È semplice: il corpo non può fare a meno dell’infiammazione: è uno dei suoi principali meccanismi di difesa. Tuttavia, in alcuni casi, l’organismo sovraesprime questi meccanismi, con effetti deleteri. Quando questo si ripete, parliamo di infiammazione cronica : il corpo stesso non può più regolare questa reazione e ciò può avere gravi conseguenze.
L’infiammazione è un processo naturale e benefico
È anche uno dei principali meccanismi di difesa contro le aggressioni. Queste possono essere meccaniche (lesione, ferita) o microbiche (infezione). A volte sono autoimmuni : il corpo rilascia le sue difese contro se stesso. Durante un’aggressione, vengono inviati segnali chimici , innescando la dilatazione dei vasi e l’arrivo delle cellule immunitarie. Queste sono le cellule che combatteranno attivamente l’origine dell’aggressione. Questa reazione provoca i sintomi che di solito riscontriamo: arrossamento, calore, gonfiore e dolore, a volte pulsanti (l’impressione del battito al polso nel punto dell’infiammazione).
L’infiammazione eccessiva ha diverse origini possibili
Se l’aggressione è sempre attiva, lo è anche l’infiammazione. Può trattarsi di elementi esterni, come l’alcol assunto in quantità eccessiva, che provoca un’infiammazione duratura del fegato (cirrosi). L’inquinamento atmosferico, il tabacco provocano questa infiammazione a livello dei polmoni.
Si ritiene anche che l’obesità e la sindrome metabolica ovvero una serie di fattori di rischio cardiovascolare (in particolare ipertensione arteriosa, livelli di colesterolo e glicemia troppo elevati) siano un fattore di sviluppo dell’infiammazione cronica nell’organismo. Anche lo stress e la sedentarietà sarebbero elementi che ne favoriscono la comparsa.
Il legame tra infiammazione e depressione
Alcuni ricercatori hanno mostrato che anche alcuni fattori infiammatori potevano influenzare il sistema nervoso centrale. Quando questa infiammazione persiste, essa può avere conseguenze sui neuroni e sul loro funzionamento. Alcune patologie nervose sarebbero quindi soggette a un aggravamento: depressione, disturbi bipolari, autismo o persino schizofrenia. Nel caso specifico della depressione, la fonte infiammatoria è sempre più documentata. Alcune molecole infiammatorie come le citochine producono anche delle molecole tossiche per il sistema nervoso e limitano la produzione di ormoni come la serotonina. Quest’ultima regola l’umore, e una carenza di serotonina è una delle cause della depressione. Un’infiammazione cronica aumenterebbe quindi il rischio di sviluppare la depressione.
Sintomi silenziosi
A differenza della sua forma acuta, l’infiammazione cronica può rimanere a lungo latente, vale a dire asintomatica. Puoi soffrire di una malattia infiammatoria senza accorgertene: è molto chiaro in caso di diabete, aortite, alcune forme di artrosi… A volte sono presenti dei sintomi ma non sono caratteristici, come un affaticamento eccessivo o disturbi digestivi. Succede quindi che i sintomi acuti dell’infiammazione, come il dolore, compaiano solo più tardi: il trattamento è quindi spesso più intenso. Questi sintomi un po’ vaghi rappresentano i primi segnali ed è necessario un indagare velocemente per individuare disturbi infiammatori.
Che relazione c’è tra infiammazione e cibo?
Nella prossima pubblicazione lo scoprirai.
Categoria: Salute e Benessere
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