Cos’è la moxibustione e perchè utilizza proprio l’Artemisia?
La moxibustione è una tecnica cinese, ma deriva dal giapponese Moe Kusa (“erba che brucia”). Viene utilizzata l’artemisia, ovvero l’assenzio selvatico, che si raccoglie durante il solstizio d’estate e si mette ad essiccare; con quest’ultimo si possono formare delle palline, dei coni o dei sigari lunghi circa 20 cm che vengono fatti bruciare e avvicinati al corpo in corrispondenza dei punti di agopuntura relativi alla problematica che si deve trattare.
Una peculiarità dell’artemisia è quella di irradiare una temperatura di circa 500/600 gradi, terapeuticamente molto efficace. Il calore non fa altro che ripristinare il flusso ordinario dell’energia e del sangue nel corpo, ristabilendo l’equilibrio psico-somatico. Terapie simili sono quelle della coppettazione, riflessologia plantare e i trattamenti shiatsu.
Cosa si tratta con la tecnica della maxibustione dell’artemisia?
Con la moxibustione dell’artemisia è possibile trattare malattie croniche, come per esempio il metabolismo lento, disturbi che si sedimentano e producono pallore, brividi, stanchezza come le malattie croniche all’apparato respiratorio, ad esempio l’asma. Si riscontrano risultati positivi anche nei trattamenti di depressione, ansia, insonnia, mal di testa, raffreddore, asma, diarrea, emorroidi, cistite, faringiti, laringiti e flebiti. Può essere usata come prevenzione nelle malattie influenzali, ma anche per tonificare e aumentare l’energia del nostro corpo. È un ottimo strumento terapeutico nei casi in cui si verifichino dolori articolari, in presenza di fratture e microfratture, cervicalgia, lombalgia, e le zone articolari in cui si è persa la sensibilità.
Moxibustione in gravidanza un respiro di sollievo!
La Moxibustione efficace anche in gravidanza, laddove si riscontrano posizioni anomale del feto: in questo caso la pratica andrebbe effettuata alla 32ª o 34ª settimana di gestazione e non oltre e comunque da personale esperto. Ci sono anche specifici punti da trattare in fase pre-parto, stimolabili solamente superata la trentasettesima settimana.